Il significato della parola allergia è "reazione alterata”: una risposta inappropriata dei meccanismi di difesa dell'organismo a sostanze generalmente inoffensive, normalmente presenti nell'ambiente, gli allergeni. Nel caso dell’allergia primaverile, gli allergeni responsabili sono tipicamente i pollini, rilasciati da diversi tipi di piante che fioriscono in primavera. Le allergie ai pollini primaverili comprendono l’allergia alle graminacee, alle betullacee e simili. Vediamo questo tipo di allergie più nel dettaglio con una particolare attenzione alle sostanze che possono scatenarle.
I pollini sono generalmente allergeni stagionali in quanto hanno caratteristiche di diffusione diverse a seconda del periodo di fioritura della pianta (oltre che a seconda delle aree geografiche). Per capire i mesi più a rischio ed essere preparati e protetti, è utile conoscere le piante alle quali si è allergici e anche il ciclo di vita della pianta stessa. In genere, con l’espressione allergia stagionale, si fa riferimento alle allergie primaverili, perché la primavera è la stagione caratterizzata da un maggiore numero e varietà di pollini allergeni. Molte sono infatti le piante che hanno fioritura in primavera e che possono causare sintomi allergici, ad esempio la betulla, le graminacee, il cipresso, l’olivo. Ci sono poi altre piante che hanno un periodo di fioritura più tardivo, come ad esempio l’ambrosia e l’artemisia.
PIANTA | CARATTERISTICHE |
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Ambrosia | L’ambrosia è una pianta diffusa da nord a sud, che cresce in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e nei terreni abbandonati. È una pianta annuale o perenne, che arriva a raggiungere i 150 cm di altezza. La fioritura inizia in agosto e si prolunga fino a ottobre. |
Betulla | La betulla è un albero a foglie decidue che cresce fino a 30 metri di altezza in terreni acidi, poveri o sabbiosi umidi. È distribuita nell’emisfero boreale, tra il 30° e il 72° parallelo, ossia dalla Scandinavia sino alla Sicilia. In Italia è comune sulle Alpi, nell’Appenino campano e sull’Etna. La fioritura avviene simultaneamente alla comparsa delle foglie tra la fine di marzo e l’inizio di maggio, periodo molto critico per chi è affetto da rinite allergica. |
Graminacee | La famiglia delle graminacee è cosmopolita e in Italia è presente ovunque. Comprende piante erbacee, annue o perenni, con fiori riuniti in spighe o pannocchie terminali; alla famiglia appartengono generi di piante spontanee e coltivate (cereali), talvolta infestanti. Il periodo di impollinazione, con qualche piccola differenza tra le specie, inizia ad aprile, raggiunge la massima intensità nel mese di maggio e poi va a decrescere. Una ripresa della fioritura, di minore intensità rispetto a quella primaverile, avviene di solito fra fine estate ed inizio autunno e giustifica una blanda ripresa dei sintomi in alcuni soggetti affetti da tale allergia. |
Parietaria | Comunemente presente nell'Europa centroccidentale, normalmente non supera la quota dei 1200 metri di altezza. Sono dette piante ruderali in quanto crescono ai margini delle strade, accanto alle abitazioni e nei luoghi incolti e secchi, o sulle mura. Si trovano sotto forma di arbusti erbacei e ramificati, arrivando a 50 centimetri di altezza e sono molto note a chi soffre di rinite allergica. A seconda della latitudine la fioritura può protrarsi anche durante l'intero anno. Nelle regioni meridionali il periodo pollinico è molto prolungato: inizia a febbraio-marzo, raggiunge l’apice tra aprile e maggio e permane fino a luglio; può seguire un secondo picco tra settembre e ottobre. Nelle regioni settentrionali il picco pollinico si ha tra maggio e giugno e una minore presenza pollinica perdura per tutta l’estate. |
Ulivo | L’ulivo cresce nel bacino del mediterraneo. È una pianta sempreverde, con tronco irregolare e contorto; cresce lentamente e predilige terreni calcarei e vulcanici. Fiorisce da metà aprile a fine maggio; un soggetto affetto da rinite allergica causata dall'ulivo può presentare sintomatologia quando è presente in aria polline di altre oleacee quali frassino, ligustro, gelsomino. |
Cipresso | Il cipresso è una specie presente in Italia fin dai tempi degli etruschi, ma è originaria dei Paesi mediterranei orientali. Diffuso soprattutto nelle regioni dell'Italia settentrionale e centrale, è una specie che si adatta a vivere anche su terreni molto poveri e in zone calde. È un albero ad accrescimento lento, molto longevo, che può raggiungere i 30 metri di altezza. Il cipresso fiorisce tra febbraio e maggio, rendendo questo periodo altrettanto critico per coloro che sono affetti da rinite allergica. |
Il calendario dei pollini indica i periodi di pollinazione delle varie specie di piante: conoscerlo può essere molto utile per chi è allergico, in modo da limitare il più possibile l’esposizione agli allergeni e attuare, quindi, una minima forma di prevenzione.
Nel nostro Paese ci sono differenze geografiche significative che incidono sui calendari pollinici.
La concentrazione del polline nell’aria dipende, infatti, da molteplici fattori:
Per aiutare gli allergici, l’AAITO (Associazione allergologi e immunologi territoriali ed ospedalieri), tramite la propria sezione interna di Aerobiologia, ecologia e prevenzione ambientale, gestisce una rete italiana di monitoraggio atmosferico dei pollini e fornisce un bollettino dei pollini aggiornato relativo alla propria area di interesse.
Durante il periodo di fioritura del polline a cui si è allergici, può essere utile attuare alcune strategie per limitare il più possibile l’esposizione ad esso. Scopri alcuni consigli utili che possono essere d’aiuto.
L’allergia al polline può manifestarsi con molteplici sintomi, soprattutto a livello nasale ed oculare, come rinite allergica stagionale e come congiuntivite allergica stagionale. Quando presenti in concomitanza, si parla più precisamente di rinocongiuntivite o oculorinite allergica stagionale. Vediamo in breve la sintomatologia che le caratterizza, mentre per una descrizione più dettagliata, rimandiamo all’articolo dedicato.
Possono inoltre associarsi altri disturbi, come asma, disturbi del sonno, otiti, sinusiti.
Ma quanto dura l'allergia stagionale? La reazione allergica perdura finché non cessa l’esposizione all’allergene scatenante, quindi, nel caso della reazione ai pollini, può durare anche diverse settimane. Si parla di allergia intermittente se i sintomi si verificano per meno di 4 giorni in una settimana o per meno di quattro settimane in un anno, mentre è persistente se i sintomi compaiono per più di 4 giorni in una settimana o per più di un mese in un anno. Se l’allergia stagionale e i suoi sintomi, nonostante una terapia sintomatica, non accennano a migliorare nell’arco di un paio di settimane, è bene rivolgersi al medico.
Come riconoscere l'allergia stagionale? Per formulare una diagnosi di allergia stagionale il primo passo è la visita medica che comprende un’anamnesi scrupolosa, cioè una serie di domande per valutare come e quando compaiono i sintomi e la presenza di una eventuale familiarità alle allergie. La valutazione dei sintomi e della loro stagionalità può già fornire un primo orientamento diagnostico.
Per confermare la diagnosi e, in particolare, per individuare l’allergene responsabile della reazione allergica, occorre sottoporsi a test specifici.
Il test di primo livello viene fatto sulla pelle (prick test): l’allergologo dispone una goccia di ciascun allergene (si scelgono quelli più frequenti nell’area geografica in cui si vive) sulla pelle dell’avambraccio e la punge delicatamente. Nell’arco di circa 15-20 minuti si ha una risposta: nel caso di reazione allergica a uno o più allergeni compare nella zona corrispondente un pomfo pruriginoso.
Se serve un accertamento più approfondito, si può ricorrere a un prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi IgE specifici, cioè quelli prodotti dalle cellule del sistema immunitario contro gli allergeni che si sospettano responsabili.
A un livello ancora superiore, in casi specifici (per esempio se la persona risulta allergica a più allergeni), l’allergologo può prescrivere altri esami del sangue ancora più raffinati, che possono individuare le IgE dirette non solo verso un allergene, ma addirittura verso le singole componenti molecolari di un singolo allergene.
Contro i sintomi dell’allergia stagionale sono disponibili diverse terapie farmacologiche (alcune non richiedono la prescrizione medica); tra le principali segnaliamo:
Per lenire i sintomi possono essere utili anche rimedi non farmacologici, come per esempio:
Se i farmaci non sono efficaci, con l’allergologo si può valutare il ricorso all’immunoterapia specifica, una sorta di “vaccino” che, mediante la somministrazione di dosi crescenti dell’allergene responsabile della reazione, mira a ridurre la reattività alla sostanza.